Molti definiscono il Quadraro, quartiere che fu teatro di un rastrellamento a opera della Gestapo nell’aprile 1944, un vero e proprio museo a cielo aperto, grazie agli interventi di Street Art che dal 2010 lo arricchiscono. Proprio in quell’anno, infatti, è nato M.U.Ro Museo di Urban Art di Roma, progetto ideato dall’artista Diavù “per far relazionare gli artisti con la conformazione e la storia dei luoghi di convivenza sociale dove realizzano le proprie opere”.
A poco a poco, il Quadraro si è trasformato in un museo diffuso, con testimonianze di artisti provenienti da tutto il mondo. In virtù dello stesso progetto, la formula fisica della resistenza elettrica è diventata, per estensione, metafora della Resistenza dei partigiani, in memoria del tragico evento del 1944. Allo stesso tempo, il Nido di Vespe, lavoro dell’artista Lucamaleonte, è un richiamo evidente all’appellativo sprezzante dato al quartiere dalle truppe naziste.
Tra i tanti artisti coinvolti nel progetto M.U.Ro ricordiamo Gary Baseman, Ron English, Beau Stanton, Mr Thoms, Omino 71, Gio Pistone oltre a numerose opere di Diavù.
L’antico, rappresentato dagli scorci sul Parco degli Acquedotti, e il moderno, frutto della mano mai improvvisata di artisti che scelgono un mezzo di comunicazione diverso e più vicino al popolo, ovvero il muro, si mescolano assieme in una passeggiata suggestiva all’insegna del bello.